Quesito:

Gentile Avvocato,

in occasione di una manifestazione Fieristica ho assunto una standista  al fine di avere un aiuto nella gestione dello stand e per consentirmi delle pause durante l’impegnativo orario di esposizione.

Per gentilezza ed educazione ho sempre cercato di essere molto cortese con la signorina, invitandola anche a cena (ma senza mai insistere) e proponendo qualche volta di accompagnarla a casa terminato l’orario di lavoro, Le assicuro con molta eleganza e senza insistenza: ciò però è stato sicuramente frainteso perché la stessa, a seguito di un invito, in tono secco e risentito mi ha accusato di essere troppo assillante, anzi addirittura  “molesto”.

Non vorrei avere problemi: rischio qualcosa? Può forse denunciarmi per “molestie sessuali”?

Premetto che non ho mai fatto o detto nulla di volgare, volevo semplicemente essere gentile.

(Lettera non firmata)

Risposta:

Gentilissimo lettore,

da quanto Lei espone (e se la dinamica esposta corrisponde esattamente al vero), direi che non rischia nulla: il reato di molestie sessuali, ex art. 660 c.p., così recita: “Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a euro 516”. A tal proposito, perché si configuri il reato occorre che il comportamento sia “petulante”, ossia eccessivamente insistente e fastidioso, da determinare nella vittima un’interferenza nella propria sfera di libertà.

Ergo, se Lei (così come dichiara) ha solo invitato qualche volta a cena la signorina e si è offerto di darle un passaggio al termine del lavoro, da ciò non dovrebbe derivare alcuna spiacevole conseguenza.

Spero di essere stata chiara e sono a disposizione per eventuali chiarimenti ed ulteriori.

Cordialissimi saluti.

Avv. Veronica Gnudi